L’idea di risalire il versante Nord di Monte Ocre è venuta quasi per caso. La sera del 5 gennaio scorso sono stato contattato dall’amico Amedeo il quale mi chiedeva sa la mattina seguente facevamo qualcosa, magari la salita del Grammont (muro Cerasittu), perché sarebbe venuto anche Luciano Porrelli, montanaro di lungo corso. Viste le condizioni quasi favorevoli ho proposto la salita a Monte Ocre, molto più remunerativa ed appagante. Ovviamente non gli ho potuto rivelare il percorso in quanto le condizioni del manto nevoso erano da valutare al momento e avrebbero condizionato l’ascesa.
Il percorso:
Dall’abitato di San Martino d’Ocre (1125slm), si prende una comoda carrareccia che sale fino ad un ampio pianoro, denominato Malequagliata (1444slm), dove un rifugio pastorale ed una fontana sono la testimonianza di una massiccia presenza umana agro-pastorale, che negli anni remoti hanno bonificato tutta la zona per rendere fertili, gli aridi terreni circostanti.
A questo punto ci si dirige verso Nord per conoidi e doline erbose, fino ad incrociare il sentiero che proviene da Rocca di Cambio e conduce, per la via normale, alla vetta dell’Ocre. A quota 1600 si abbandona il sentiero, si calzano i ramponi per andare a conquistare un’ampia cresta che raggiunge le balze erbose ed alcune rocce rotte sotto la cimata. Una volta sotto le rocce, ci si deve districare, considerando sempre il manto nevoso disomogeneo, per raggiungere l’ultima crestina, “l’inviolata”, e successivamente la Vetta (2208slm).
Il ritorno l’abbiamo effettuato attraverso la Fossa Grande dell’Ocre per un comodo canale, financo sciabile.
Dislivello 1086+ 1086-
Tempi di percorrenza h 2,10, solo salita, secondo l’innevamento, h 1,20 per la discesa.
Percorso alpinistico.