Accumulo di neve ventata, depositata mediante trasporto eolico della neve formante una struttura aggettante, conica rivolta verso il versante sottovento.
Le imponenti meringhe nei pressi della Vetta
Dall’interazione tra umidità e velocità del vento dipende anche la formazione delle cornici di neve che in genere avviene su dorsali e su creste ben rilevate. Questa struttura richiede forte umidità dell’aria (necessita infatti una immediata sinterizzazione dei cristalli appena fermi) e che, al passaggio tra sopravvento e sottovento, si crei una inversione di flusso; inizia così a formarsi una crosta aggettante che facilita il processo e la cornice può raggiungere dimensioni notevoli, sia come spessore che come larghezza del tetto sospeso.
Una meringa aggettante
L’anfiteatro
La cornice è una struttura sempre pericolosa: è particolarmente fragile finchè la neve non si è ben sinterizzata. È sempre prudente non camminarci sopra, cercando di rimanere sul lato sopravvento di qualche metro rispetto alla linea di cresta; il crollo avviene in genere per cedimento della base della cornice, quindi la linea di frattura è al di là dello spartiacque. Altra zona da evitare è quella di scarpa, che inizia poco sotto la fronte della cornice e dove necessariamente sono dislocati i maggiori depositi di neve soffiata, dove quindi è quasi sicura la formazione di un lastrone anche se il terreno è piatto e regolare.
Quasi per crollare
Dovendo transitare sotto una cornice, prudenza vuole che si passi il più vicino possibile al piede; la stessa regola vale in caso di salti rocciosi verticali sotto i quali, proprio per la loro azione-reazione al vento, sono sempre presenti depositi ventati con tutto quel che ne consegue.