Nel 1930, 18 studenti appartenenti alla Sezione Universitaria del Club Alpino Italiano (SUCAI), determinati ad apprendere le più recenti tecniche di discesa con gli sci, fondarono un Club di Sciatori Universitari, che proprio in quell’anno, per ordine delle autorità dell’epoca, la SUCAI fu sciolta e tutte le attività sportive giovanili furono fatte confluire nel GUF (Gruppo Universitari Fascisti). I 18 amici, già promotori del Club Sciatori Universitari, non si persero d’animo, decisero allora di dare origine a un nuovo club indipendente e, in una birreria di Roma, nacque lo Sci Club 18 dove, tra i soci fondatori, figurava il noto fortissimo Alpinista Aquilano: Giuseppe Bavona. Lo scopo dell’Associazione era la promozione dello sci e dello sport in genere, e l’elevazione morale della gioventù. Il barone Carlo Franchetti, insieme ai figli Giorgio e Mario, favorì la migrazione dello Sci 18 che da circolo romano divenne sempre più “cortinese” (Carlo ne fu presidente dal 1947 al 1955 e Mario dal 1960 al 1961). Infatti, nel 1939 Carlo Franchetti inaugurò la funivia che collega Cortina al monte Faloria la quale cambiò totalmente la vita sportiva di quel tempo. I poderosi impianti portavano in vetta gli sciatori che affluivano dall’intero territorio nazionale e Carlo Franchetti coinvolse il gruppo degli amici romani che pochi anni prima avevano fondato lo Sci Club 18. Questi temerari si lanciavano giù dal Faloria, in discesa libera, alla ricerca di nuove piste, cosicché la più ardita fu battezzata SC18, in loro onore. Negli anni ’60 furono organizzate moltissime gare di sci e le sedi dello SC18 diventarono tre: Cortina, Roma, dove i soci gareggiavano prevalentemente sugli Appennini e Milano dove i soci gareggiavano a Cortina, Sestriere e Cervinia. Nell’immediato dopoguerra, l’ammissione allo Sci Club era consentita soltanto agli atleti con importanti meriti sportivi, naturalmente i soci dovevano essere in grado di scendere disinvoltamente la difficile discesa SC18. Tra il 1940 e il 1970 gli affiliati diventarono 150 con un 40% di atleti azzurri ed altri di I, II e III categoria, mentre i “diciottini” cominciarono a mietere successi, anche a livello internazionale. All’inizio degli anni ’80 il Club venne aperto alle donne e il numero dei soci ebbe un incremento notevole.
Veniamo a quel che ci riguarda: la competizione si svolse il giorno di Ferragosto del 1963, ma già nel mese di luglio dell’anno precedente, fu organizzata una pre-sciistica sul ghiaione sottostante la morena frontale del Ghiacciaio del Calderone, nelle vicinanze del rifugio “Il Buco”, realizzato da Andrea Bafile e dai “Negri” del Gran Sasso già nel 1949, con arrivo alla conchetta ubicata sotto il rifugio Franchetti. Per la gara di Ferragosto del 1963, organizzata dallo Sci Club 18 sul ghiacciaio del Calderone, si salì a piedi perché la storica seggiovia monoposto che collegava Prati di Tivo alla “Madonnina” non esisteva ancora (fu realizzata successivamente e inaugurata il 12 dicembre 1965, all’inizio della stagione sciistica invernale di quell’anno), il materiale necessario per lo svolgimento della gara (fune e motore della sciovia, strutture per fissaggio dell’impianto sul ghiaccio, carburante, pali di legno per segnare le porte della pista di slalom gigante, e quant’altro) fu portato sino alla “Madonnina” con l’ausilio di muli e nel tratto successivo , fino al bacino glaciale del Calderone a spalla, dagli organizzatori della competizione e dai partecipanti alla gara. La competizione, unica nella storia, effettuata sul ghiacciaio del Calderone, fu vinta dal noto campione di sci Daniele Cimini e vide la partecipazione di altri autorevoli atleti, come Preger Miro e Preger Edoardo. Fu un evento straordinario e riuscitissimo sotto ogni profilo, organizzativo e sportivo, infatti oggi ne rimane un ricordo indelebile per tutti i partecipanti. Gli unici atleti abruzzesi furono Camillo e Roberto Berardi. Dopo questa straordinaria manifestazione, nel 1964, la guida Alpina Gigi Mario, quale gestore del rifugio Franchetti, per far praticare lo sci estivo agli ospiti del rifugio, installò nei pressi del medesimo manufatto una piccola sciovia costruita dal suo amico alpinista e istruttore di sci alpinismo: Andrea Bafile.
Secondo slalom gigante “Coppa Franchetti” sul Ghiacciaio del Calderone
Il 29 giugno 1964 si è disputato sul Ghiacciaio del Calderone al Gran Sasso d’Italia lo slalom internazionale per la disputa della Coppa “Rifugio Carlo Franchetti”, alla seconda edizione, per l’organizzazione dello Sci CAI Roma. Il Calderone si raggiunge a piedi –come naturalmente è stato fatto dai concorrenti, giudici ed addetti ai vari servizi- in quattro ore dai Prati di Tivo (1460slm), località sopra il paese di Pietracamela (m 1005), sul versante settentrionale del Gran Sasso. I dati tecnici della gara sono stati: partenza a quota 2890 (pochi metri sotto la vetta del Corno Grande), arrivo a quota 2680, dislivello m 210, lunghezza del percorso m 1000 circa, porte 25.
La premiazione, ricca di coppe tra cui una offerta dal CONI, si è tenuta sulla piazza di Pietracamela, con l’intervento delle autorità locali e del comandante del Battaglione “L’Aquila” che aveva gentilmente fornito agli organizzatori una preziosa collaborazione (5 muli per trasporto sci fino al Rifugio Franchetti m 2430, 4 radio trasmittenti per i collegamenti, 8 alpini per il controllo alle porte). Il Comitato organizzatore ha ritenuto di assegnare a detto Battaglione la targa offerta dalla sede centrale FISI.
Ecco le classifiche: SENIORES MASCHILE
1, Ranzo Alessandro (S.CAI Roma), 1’01”8; Formica Marcello (S.C. Monti del Sole Foligno) 1’06”9; 3, Teutsch Werner (S.CAI Roma) 1’08”8; 4, Carbotti Renzo (S.CAI Roma) 1’09”8; 5, Fugazzola Mario (S.CAI Roma) 1’11”; 6, Mario Luigi (S.C Aquilotti Gran Sasso) 1’44”3; 7, De Angelis Lucio (S.CAI Roma) 1’51”; 8, Da Milano Mario (S.CAI Roma) 2’03”; 9, Pinardi Mario (S.C. Monti del Sole Foligno 2’03”2; 10, Bruzzesi Marcello (S.CAI Roma) 4’15”.
JUNIORES MASCHILE
1, Preger Miro (S.CAI Roma) 1’03”2; 2, Sartori Pasquale (S.C. Monti del Sole Foligno) 1’11”; 3, Berardi Roberto (S. Gran Sasso L’Aquila) 1’16”9; 4, Procacci Roberto (S.C. Monti del Sole Foligno) 1’22”3; 5, Preger Edoardo (S.CAI Roma) 1’27”,9; 6, Berardi Camillo (S. Gran Sasso L’Aquila) 1’29”1; 7, Formica Mauro (S.C. Monti del Sole Foligno) 1’53”.
FEMMINILE
1, Frosini Deanna (S. CAI Roma) 1’15”9; 2, Castellani Maria (S.CAI Roma) 1’37”6; 3, Sbardella Anna (jun) (S. CAI Roma) 1’46”8.
Iscritti 34, partiti 23, squalificati 3, classificati 20.
Dal prezioso libro “Evoluzione dell’Attività Sciistica” a cura di Giampietro Nattino, Alessandro Ranzo e Pietro Stocchi (ed. De Luca Editori d’Arte 2019).
“Riuscita è stata anche l’organizzazione di un’altra edizione della gara di slalom, valevole per la “Coppa Rifugio Carlo Franchetti”, in occasione del 90° anniversario di costituzione della Sezione di Roma del Club Alpino Italiano, del 7 luglio 1963.”
In occasione del 90° anniversario di costituzione della Sezione del CAI di Roma lo Sci CAI Roma ha organizzato sul ghiacciaio Calderone del Gran Sasso d’Italia il 7 luglio 1963 una gara di slalom gigante valevole per l’assegnazione della “Coppa Rifugio Carla Franchetti”. La coppa è stata vinta da Giampietro Nattino dello Sci CAI di Roma