La scarpetta di Venere, chiamata con questo nome in allusione alla forma del labello del fiore, tipicamente a “pantofola”. Viene altresì chiamata pianella (o scarpetta) della Madonna. Il nome botanico è Cypripedium calceolus o Cypripedium pubescens: la radice del genere ha derivazione greca (Cupris = Cipride, soprannome di Venere). Nonostante il nome corretto sia “Cypripedilon”, la scarpetta di Venere viene comunque indicata con Cypripedium, a seguito di un errore di scrittura di Linneo. La scarpetta di Venere si distingue dalle altre specie per il fascino e l’eleganza; la preziosità della pianta è peraltro correlata anche alla sua rarità, tanto da esser considerata il gioiello fiorito d’Italia. Purtroppo, lo splendore del fiore ha da sempre attirato l’attenzione di escursionisti e turisti, i quali – colpiti dalla sua eleganza – lo raccolgono indiscriminatamente: per ovviare a questo problema, la scarpetta di Venere è attualmente considerata una specie rara e protetta. “Narra la leggenda che Venere, durante una passeggiata insieme con Adone, fu sorpresa da un violento temporale. I due cercarono riparo, ma lo spazio esiguo del luogo dove trovarono riparo ed il desiderio di stare vicini, oltre a procurare un piacere reciproco, fece perdere una scarpetta alla divinità. Passata la tempesta cercarono la scarpetta, ma non la trovarono perché nel frattempo fu macchiata da un “mortale” che era corso a raccoglierla. Prima che fosse possibile raccogliere la scarpetta di Venere, questa si trasformò in un fiore di cui il petalo centrale o “labello” fu modellato a forma di scarpetta, mantenendo anche il colore dell’oro con cui era stata fatta”.
“Un’altra leggenda narra che una notte di settembre, una fortissima tempesta di vento squassava la città e le acque del mare di Napoli. Eppure anche quella sera, come ogni sera, Bernardino, il sacrestano della chiesa di Piedigrotta, prima di ritirarsi nella sua stanza, stava scrupolosamente controllando che in chiesa fosse tutto a posto. Ma volgendo lo sguardo verso l’altare e il tabernacolo della Madonna fece un’agghiacciante scoperta. “Sacrilegio! Sacrilegio!” cominciò ad urlare in lacrime. “S’hanno arrubbato ‘a Madonna!”. La statua della Vergine era sparita. A quelle parole, in quel preciso istante il vento cessò di battere e il portone d’ingresso della chiesa si spalancò lasciando emergere da una luce fortissima la figura della Madonna tutta bagnata, come il mantello che indossava. Preoccupato e stupito da quella scena, Bernardino cominciò a chiedere alla Vergine Maria, in maniera sempre più concitata e ansiosa, dove fosse stata. La Madonna procedeva diritta verso l’altare e non rispondeva. Bernardino incalzava sempre più con le domande, ma Maria restava in silenzio. Arrivata al centro della chiesa, Maria si fermò. Chinandosi su stessa, si sfilò dal piede una “pianella” e scuotendola ne fece uscire della sabbia. Soltanto allora Ella parlò e rivolta a Bernardino disse: “ Hai sentito la tempesta? Il mare era in burrasca, una nave stava per affondare ed io sono corsa a salvare i marinai che avevano invocato il mio aiuto.” Sempre più sbigottito, Bernardino corse a raccontare l’accaduto all’abate della chiesa, che stentava a sua volta a credergli. L’abate su insistenza di Bernardino decise di recarsi in chiesa per verificare quanto riferitogli dal sacrestano, ma trovò la Madonna placidamente seduta al proprio posto. Tuttavia il suo mantello era bagnato e da uno dei piedi mancava una scarpetta. Fu al centro della chiesa, dove era stata lasciata, che l’abate ritrovò la sabbia e ‘o “scarpunciello d’ ‘a Madonna” di cui gli aveva raccontato il sacrestano. L’abate allora corse da Bernardino, lo chiamò bussando più volte alla sua porta. L’aprì e vi trovò Bernardino disteso sul letto. Costui era morto, abbozzando sulle labbra un sereno sorriso. Il sorriso di chi viene considerato dal Signore degno di ascendere al Paradiso. Proprio da questa leggenda nacque l’usanza, da parte delle fanciulle in procinto di sposarsi, di venire a chiedere alla Madonna di Piedigrotta la grazia di un matrimonio felice, offrendo come voto nu scarpunciello.