Incontrare una discreta cappelletta dedicata agli Alpini nel silenzio dei monti innevati è sempre un’emozione, specialmente quando i ricordi vanno a “pescare” sui libri di storia.
Gli Alpini sono un corpo di fanteria dell’Esercito Italiano specializzato nella ricognizione e nel combattimento montuoso. Operano in alta montagna con estrema perizia e sono il più antico corpo di fanteria da montagna attivo nel mondo. Costituiti il 15 ottobre 1872, originariamente creato per proteggere i confini montani settentrionali dell’Italia con Francia, Impero austro-ungarico e Svizzera.
Si sono distinti durante la prima guerra mondiale, quando furono impiegati nei combattimenti al confine nord-est con l’Austria-Ungheria, dove per tre anni dovettero confrontarsi con le truppe regolari e da montagna austriache e tedesche, rispettivamente Kaiserschützen e Alpenkorps, lungo tutto il fronte italiano. Il 24 maggio 1915, con l’entrata nella prima guerra mondiale dell’Italia, gli Alpini occuparono importanti ed impervi punti, dal passo dello Stelvio alle Alpi Giulie, passando per il passo del Tonale e il monte Pasubio. Quello stesso giorno il primo soldato a perdere la vita tra le truppe italiane fu proprio un alpino della 16ª Compagnia del battaglione Cividale, 8º Reggimento, di nome Riccardo Giusto, che alle 04:00 del 24 maggio mentre varcava la frontiera sul monte Natpriciar fu freddato da un tiratore scelto austriaco.
Parteciparono alle più cruente battaglie, come quella dell’Ortigara con la conquista dell’omonimo monte, la disfatta di Caporetto, fino alla resistenza sul monte Grappa e la controffensiva finale del generale Armando Diaz, che portò alla vittoria dell’ottobre 1918. Gli Alpini furono i protagonisti di un conflitto che si combatté quasi interamente sulle Alpi, e su tutti i fronti, dai ghiacciai dell’Adamello alle crode dolomitiche, dal Carso al monte Grappa, dagli altopiani al Piave, soffrendo oltre 35 000 morti e dispersi e i circa 80 000 feriti.