L’oramai “famoso” “Giro delle Beatitudini” forse ha avuto le sue origini da quando si svolgevano le processioni in onore dei Beati Bernardino e Cesidio, quest’ultimo diventato Santo durante il pontificato di Giovanni Paolo II. In tale occasioni il corteo si snodava dalla chiesa parrocchiale di Fossa per raggiungere il Convento di Sant’Angelo, dove venivano conservate e venerate le spoglie dei due Francescani. Successivamente una delibera dell’allora amministrazione comunale ratificava il tutto dichiarando l’abitato di Fossa: “Luogo delle Beatitudini”, compresa la parte confinante del comune di Ocre. Infatti Fossa, oltre ad essere il luogo di nascita del Beato Bernardino e di San Cesidio, è anche la zona dove ha avuto origine la città di Aveja. L’itinerario attraversa luoghi, sia di alta spiritualità che di valore storico culturale, come ad esempio: il già citato monastero di Sant’Angelo d’Ocre, l’eremo dei Beati Bernardino e Timoteo, l’eremo del Beato Placido da Roio, il diruto borgo fortificato di Ocre, il primo acquedotto di Fossa, il monastero fortezza di Santo Spirito d’Ocre, la duecentesca chiesa di Santa Maria ad Cryptas, i leoni di Aveja, posti sul campanile della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta ed infine la grotta Speleo Mitraico, meglio conosciuta come: La Ciciuvetta.
Per tutto quello qui sopra citato, già in passato, sono stati dedicati ampi capitoli, sia dal sottoscritto che da fonti e autori più qualificati, in primis lo storico compaesano Igino Di Marco, al quale và tutto il merito di aver tracciato per primo la storia di questa porzione di territorio, il prof Fabio Redi, per gli scavi al villaggio Normanno fuori le mura del Castello d’Ocre, ai Padri Giacinto Marinangeli e Gerolamo Costa, per i preziosi scritti sui due monasteri, ecc. ( https://www.icorridoridelcielo.it/il-giro-delle…/)
Oggi questo “Giro” è stato impreziosito dalla collocazione, discreta, di una bacheca a ridosso del Convento di Sant’Angelo, al cui interno vi è un crocifisso in ottone. L’opera è stata realizzata dal bravo concittadino: Leandro Di Marco, in collaborazione con gli encomiabili “Ragazzi” del Gruppo Alpini di Fossa i quali, dopo aver sapientemente bonificato e restituito alla collettività il giardino dei frati, a fianco della sacrestia del Convento, oggi stanno lavorando al ben più esteso orto botanico, dove i frati coltivavano tutto ciò che serviva al fabbisogno della struttura monastica, financo l’uva e lo zafferano. Oggi, come non mai, abbiamo il dovere di preservare questi luoghi, laddove i nostri antenati hanno fatto tanti sacrifici per costruirli e mantenerli, è la “nostra casa comune”. E non solo per noi: dobbiamo riconsegnarla integra e, magari, migliorata alle generazioni che verranno. Riporto un pensiero del nostro Preside Igino Di Marco scritto a conclusione di un Suo libro dal titolo: “La Bajarda”: “. . . Berardo, Domenico e Ninno, che di fronte a fatti più grandi di loro, seppero avere atteggiamenti e giudizi che ancor oggi qualche cosa possono insegnare: la modestia, l’adattamento, la pazienza, il buon senso ed anche certa risorsa primitiva, se si vuole: ma sana, che hanno le anime semplici di fronte alle necessità”.