Qualche anno fa l’Amico Prof Alessandro Di Domenicantonio, sposato a Fossa con la Signora Angela Ceraso, purtroppo deceduto prematuramente a seguito di una grave malattia, durante una conviviale in un paesino sperduto nel Teramano, Riano, luogo del suo primo incarico da insegnante di lettere, ci parlò di una ipotetica chiesa/cappella, situata sul colle che sovrasta il Monastero di Sant’Angelo d’Ocre, dedicata a San Silverio, ma non ricordava dove aveva appreso tale notizia. C’è da dire che sul luogo, precisamente al quadrivio del sentiero Sant’Anna, c’è sempre stato un crocefisso, più volte restaurato o sostituito (ultimo intervento nel 1992), incastonato su un basamento in pietra, forse rimasto a testimonianza dell’esistenza del manufatto. Infatti negli anni a venire ci si chiedeva cosa rappresentasse questo cippo, l’unico elemento “certo” era il culmine della Via Crucis proveniente dal vicino Convento. Tuttavia la curiosità era tanta che sono stati effettuati numerosi sopralluoghi per vedere se qualche mozzicone di muro fosse rimasto in loco, oppure il ritrovamento di qualche concio lavorato disperso nelle vicinanze. Ci si è avvalsi anche dell’Istituto Geografico Militare con sede a Firenze, consultando delle foto aeree del perimetro interessato, scattate nei periodi 1938, 1942 e 1954. In realtà, come vedremo in seguito, gli ipotetici resti non potevano esserci perché la chiesa fu demolita e traslata nel 1482. Fino a quando non è stato letto il libro: “Il Convento Sant’Angelo d’Ocre e le sue adiacenze” a firma di Padre Gerolamo Costa -seconda edizione- datata 1954, dove a pag 219 ci sono le notizie che ci riguardano.
Riporto fedelmente l’estratto con la traduzione dal latino.
“Lettera del p. Commissario con la quale si notifica al Vicario della Provincia di S. Bernardino negli Abruzzi, Padre Bonifacio da Moscufo, che il Papa permette ai Frati Francescani di Sant’Angelo d’Ocre di finire di abbattere la Chiesa di S. Silverio e di potersi servire delle pietre e dei legnami di essa (9 novembre 1482).”
“Ven. Patri in Christo fratri Bonifacio da Moscufo Or. Min. provintiae Sancti Bernardini Vicario dignissimo. Aquilae aut ubi est
Venerabili in Christo Salvatore cum humili commendatione salutem. Ardentissimi voti tui non immemir, mi care, proximo die 14 Octobris ad pedes summi pontificis existens obtinui a Sanctitate sua quod Ecclesia sancti Silverii in monte sita distans per duas balistas a loco S. Angeli d’Ochra in territorio Aquilano possit dirui a fundamentis ac protinus devastari, hac tamen condicione et hoc pacto quod in Ecclesia loci fruatur (?) nomine illius sancti cuius era tilla ecclesia construatur unum altare, et praefatae ecclesiae destruendae lapides ligna ac caetera ad profanos usus non trasferantur nec secularibus tradantur, verum pro edificiis loci fruenda ponantur, aut si res sunt combustibiles comburantur. Et hoc ex ore Papae habui. Cavendum tamen est tibi secundum videre meum ex huiusmodi dereptione memoratae Ecclesiae ne inter seculares scandalum oriatur et clamores ad aures summi pontificis hac parte deveniant. Fac igtur prudenter quod factures es et scandalum secularium quantum potes devita. Feliciter vale et pro me precare. Ex Roma 9 novembris 1482. Commissarius in Curia”.
Ven. Padre in Cristo frate Bonifacio da Moscufo Or. min. il benemerito Vicario della provincia di San Bernardino. Aquila
Saluto ai venerabili in Cristo Salvatore con umile lode. Non disobbedirò al tuo ardentissimo voto, mia cara, il 14 ottobre prossimo trovandomi ai piedi del Sommo Pontefice, ottenni da Sua Santità che la Chiesa di San Silverio, situata sopra un monte distante due miglia dal luogo di S. Angeli d’Ocre, nel territorio di Aquila, possa essere demolita dalle fondamenta e subito distrutta, a questa condizione e con questo patto che la chiesa locale goda (?) in nome di quel santo la cui epoca fu edificata la chiesa, si costruisse un altare, e le pietre, il legno e le altre cose della predetta chiesa da distruggere non fossero adibite ad usi profani o consegnate ai secolari, ma adibite al godimento degli edifici del luogo, o se le cose sono combustibili vengono bruciate. E questo l’ho avuto dalla bocca del Papa. Però devi stare attento, come la vedo io, che non nasca scandalo tra i secolari e giungano grida alle orecchie del sommo pontefice di qua da questo strisciare della detta Chiesa. Fai ciò che fai con saggezza ed evita il più possibile lo scandalo secolare. Buona fortuna e prega per me. Da Roma 9 novembre 1482. Commissario in Curia.
Papà vive ancora anche attraverso questi scritti, grazie!