Certamente per noi alpinisti questo proverbio non ci si addice, infatti sulle montagne del Pianeta ce ne sono di tutti i tipi e probabilmente superano numericamente i trentadue della bocca umana. Il nostro “Dente” più famoso è quello del Lupo che chiude l’orrido anfiteatro della parete nord di monte Camicia, visibile da ogni dove, ovviamente guardandolo dal lato della costa Adriatica. E’ composto da tre cocuzzoli, divisi tra loro, ma osservandolo da lontano è visibile un unico sperone. Per raggiungere la cima più alta, posta a q 2303 metri di altitudine, vi sono diverse vie di salita, quella più conosciuta e “facile” parte dal piazzale di Fonte Vetica, conquista la Sella di Fonte Fredda per poi percorrere un lungo traverso, fino ad individuare la “famosa” “Via dei Gelati”, che raggiunge la Forchetta di Penne; si scende a sinistra (O) per ca. 20 metri e si aggira il Dente sul fianco ovest, si risale all’intaglio a nord della cima e in breve in vetta (naturalmente stiamo parlando di vie alpinistiche dove è richiesto l’uso della corda).
Non vogliamo fare l’elenco dei “denti” più famosi ma uno in particolare bisogna descriverlo, non foss’altro per le storie che aleggiano su di esso. Quando un alpinista dice: ho scalato il “Dente”, non vi è alcun dubbio che parli di lui: Il Dente del Gigante sul Gruppo del Monte Bianco che supera , seppur di poco, i quattromila metri. Una possente e monolitica guglia di granito che spunta sopra a Courmayeur. Le sue rocce intrecciano storie e leggende che riverberano, con stridente attualità, fino ad oggi. Il Dente del Gigante è, forse, l’unica cima al mondo che ha dato imperitura memoria all’uomo che non è riuscito a scalarla. Frederick Mummery, il più forte alpinista del suo tempo dovette ritirarsi a pochi metri dalla cima. Davanti alle lisce, compatte e (secondo lui) inscalabili placche Burgener, il visionario inglese pensò bene di lasciare un messaggio in una bottiglia (come un naufrago), con scritto: “assolutamente inaccessibile con mezzi leali”. Quella frase ha scatenato una diatriba infinita tra ciò che è, e non è, lecito in alpinismo. Una polemica “sterile” che dura tutt’oggi. Quello che è certo, invece, è che, da quel lontano 1880, ogni persona che è salita in vetta al Dente, ha rivolto il suo pensiero ad Albert Frederick Mummery e al suo anatema. Un genio assoluto Mummery, che con quelle poche parole ha “annebbiato” tutti gli scalatori che lo avrebbero succeduto. Ancora oggi, infatti, pochi ricordano chi sia stato il primo alpinista a salirci in vetta, ma tutti associano il Dente del Gigante a Mummery.