Il colle del Teodulo fu per secoli depositario del nome che sarebbe poi asceso alla Gran Becca, infatti fino al 1600 era noto come il Col du Mont Servin, dove Mont è inteso come alpeggio. Tale colle, era ricco di scambi commerciali durante l’optimum climatico medievale manifestatosi tra il 750 d.C. e il 1300, ed utilizzato, insieme ai colli di Felik e Lys, dai Walser per raggiungere le valli valdostane e piemontesi. I nostri vecchi si son sempre domandati del perchè il Cervino si chiamasse cosi, e la soluzione più probabile oggi quasi universalmente accettata, è quella che vedrebbe il toponimo derivare dal latino silva, selva , foresta, diventato nella parlata serve, dato che la L in francoprovenzale era sovente trasformata in R. E dunque il Mont Servin, attribuito prima al Teodulo e poi alla vetta, sarebbe un’altura sopra le foreste, un tempo più estese di oggi. Nel 1680, sulle carte dei duchi di Savoia , viene chiamato monte Servino, e tale sarebbe rimasto se nel 1789, lo scienziato e alpinista ginevrino Horace Benedicte de Saussure, non l’avesse diffuso con ortografia errata, e con pronuncia francese, dove Servin divenne Cervin. In lingua tedesca invece, Matterhorn, corno di Matter, dove matte, mett, è l’alpe, l’alto pascolo, come in Zermatt, e dal lato opposto, sempre pascolo si intende per il Breil, diventato poi Breuil. Per i valtornèn invece, e non solo, la loro montagna simbolo si chiamerà sempre la Gran Becca, termine che discende dal celtico pic, dal tardo latino beccus, ma l’origine comune è il preindoeuropeo PIT o PIK, punta, oggetto aguzzo.
Questa montagna, rappresenta nella storia dell’alpinismo, uno dei suoi capitoli più belli, e il simbolo delle Alpi, che incanta da secoli, ogni uomo che incrocia il suo sguardo.