Nel settembre del 2013 durante una salita alpinistica nei pressi del Bivacco Andrea Bafile constatammo, purtroppo, che il manufatto versava in pessime condizioni, esterne ed interne, come si evince dalle foto allegate: tiranti spezzati, vernice scrostata, finestre divelte e all’interno uno stato di abbandono con l’immondizia cosparsa su tutto il pavimento. Tornati in città, organizzammo una squadra di volontari composta da iscritti al Collegio Nazionale delle Guide Alpine e appartenenti al Corpo Forestale dello Stato: Paolo Boccabella, Leandro Giannangeli, Antonio (Tony) Caporale, Armando Coccia, Ezio Di Cintio, Andrea Giorgetti, Marco Moreschini, Amedeo Ciuffetelli e Francesco Massimi, per riportare il Bivacco alla funzione per la quale era stato costruito. Qualche giorno dopo, acquistato tutto il materiale necessario, si dette inizio all’esecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria con: scartavetratura, tinteggiatura, sistemazione tiranti di ancoraggio e ripulitura interna, con trasporto a valle di materiali di risulta e rifiuti di ogni genere. Ricostituimmo anche una piccola riserva alimentare per le emergenze, mentre la cassetta del pronto soccorso fu rinnovata in ogni sua parte. L’Amico Carlo Frasca, in qualità di fabbro, ricostruì il telaio della finestra sopra la porta, sostituendo il vetro rotto con uno più resistente. Cosicché il manufatto tornò a “nuova vita”.
Si trova sulla cresta sud-est della Vetta Centrale del Corno Grande, gruppo Gran Sasso d’Italia. Inaugurato nel 1966 dalla Sezione del CAI dell’Aquila è sempre aperto e dispone di 9 posti letto. Per la sua realizzazione fu necessario uno sbancamento di 60 metri cubi di roccia. E’ un ottimo punto di appoggio, in tutte le stagioni, per salite sul versante meridionale del Corno Grande.
L’itinerario:
Dal piazzale di Campo Imperatore (2130 mt), dove si parcheggia, si passa a sinistra dell’Osservatorio e si inizia a salire seguendo l’evidente sentiero. Dopo alcuni tornanti si devia a destra traversando i pendii di Monte Portella fino a raggiungere la Sella di Monte Aquila (2335 mt). Lasciato a sinistra il sentiero della via normale alla Vetta Occidentale, si risale la cresta (verso Monte Aquila) per poi traversare a sinistra e raggiungere così la Sella di Corno Grande (2421 mt). Dalla Sella per tracce di sentiero su ghiaie si risale fino ad un grosso masso (il Sassone). Poco oltre, seguendo la cresta, si incontra la targa con indicazione Direttissima – Bivacco Bafile. Si tralascia la traccia a sinistra, che va verso il Corno Grande, e si segue il sentiero che porta al Bivacco Bafile. Si attraversano due canali si aggira un crestone e si arriva su una piccola cengia dove, con una scaletta, inizia il tratto attrezzato. Si segue la corda fissa su rocce ripide salendo e traversando verso destra (esposto) fino a raggiungere un panoramico balcone (il belvedere). Bella la vista sulla grande comba e la solare parete est della Vetta Occidentale. Dal Belvedere si scende ad attraversare la comba ghiaiosa (attenzione in presenza di neve!), si costeggia la base del Torrione Cambi e dopo aver oltrepassato un canalino (indicazioni per la Forchetta del Calderone) si risale la rampa che conduce al Bivacco Bafile.
LA STORIA
La Sezione del Club Alpino Italiano dell’Aquila, il 14 gennaio 1965, in occasione dei 90 anni di attività progettò, in collaborazione con la Fondazione A. Berti di Venezia, la costruzione di un avamposto allo scopo di ridurre al massimo ogni intervento manutentorio prendendo in esame un bivacco che presentava ogni sicurezza nelle strutture ed una razionale recettività. La località è stata scelta dopo accurate rilevazioni e sopralluoghi.
La posizione facilita salite classiche estive ed invernali quali: lo spigolo Sud-Est della Vetta Occidentale, parete Est dell’Occidentale, Torrione Cambi, versante Sud della Centrale ed Orientale, nonché l’aggiramento della Cresta Est, attraverso la cengia dei fiori, per raggiungere “il Paretone” con possibilità di razionali ricognizioni della zona più ardita e alpinisticamente importante del Gran Sasso d’Italia. Né va trascurato l’immenso e stupendo panorama che è possibile ammirare dal “bivacco fisso”. Un merito particolare va quindi attribuito a tutti i soci del CAI che hanno tenacemente voluto, sotto l’ispirazione dell’allora Presidente Geom. Nestore Nanni, realizzare questa ardita ed indispensabile costruzione.
L’area destinata alla costruzione risulta a q.2669 con esposizione Sud-Est, ed è raggiungibile a mezzo del sentiero n 4 debitamente prolungato ed attrezzato in alcuni tratti, da opere stabili in ferro, corde fisse , etc. La costruzione ha interessato una superficie coperta di mq. 6,70 in quanto il Bivacco misura m.2,40 X 2,80 di lato. Essa è appoggiata su apposite travi longitudinali di adeguata sezione in calcestruzzo di cemento a ql.3/mc ed è fissata mediante appositi ancoraggi in modo che il pavimento risulti rialzato dalla quota del piano di campagna, allo scopo di lasciare inferiormente il libero deflusso delle acque piovane e di scolo. Il Bivacco ha un’altezza esterna massima di ml.2,50 ed è stato realizzato con impiego di elementi prefabbricati che , con idonea carpenteria metallica, costituisce l’orditura portante intelaiata assai resistente e capace a sopportare eventuali sovraccarichi sia nevosi che ventosi. La struttura portante è rivestita mediante l’apposizione, nella parte interna, di pannellature con perline di legno di abete con sottostante distesa di cartone catramato in fogli, fino ad incontrare le travature metalliche che con loro spessore formano l’intercapedine. Il tutto è difeso con un avvolgimento esterno di lamiera zincata di adeguato spessore.
L’audacia, l’ardimento ed il coraggio dei Soci della Sezione Aquilana del CAI e del 13° Stormo Elicotteri di Pratica di Mare capitanato dal Col. Brancasi hanno trovato il loro coronamento durante la cerimonia inaugurale del “bivacco” fisso dedicato alla “M.O.V.M.” Andrea Bafile: 18 settembre 1966. Per l’occasione fu composto anche un brano musicale dal titolo “JU NIDU D’AQUILOTTI AJJU GRANSASSU” con i testi del maestro Nicola Enrico Biordi e le musiche del maestro Vincenzo Zia. All’indomani della suggestiva manifestazione l’opinione pubblica poco ha potuto apprendere circa le difficoltà di ogni ordine e grado che si sono dovute superare per trasportare i materiali occorrenti per la costruzione del rifugio sul piccolo spiazzo roccioso destinato ad accogliere l’ardimentosa e confortevole costruzione.
LA MEDAGLIA D’ORO
Andrea Bafile (Monticchio di Bagno, 7 ottobre 1878 – Basso Piave (Cava Zuccherina attuale Jesolo Lido), 11 marzo 1918) è stato un militare italiano, tenente di vascello della Regia Marina, insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
Nell’ottobre 1917 prese parte alla preparazione dell’impresa delle Bocche di Cattaro guidata dal maggiore Armando Armani e da Gabriele D’Annunzio, riportando un distacco di retina. Nonostante la sua parziale infermità, ottenne di essere inviato sul Piave al comando del battaglione di fucilieri Monfalcone e poi del Battaglione d’assalto Caorle nel Reggimento San Marco.
Partecipò alla difesa di Venezia, minacciata dagli austriaci dopo la disfatta di Caporetto: riuscì ad oltrepassare il Piave con altri quattro marinai ma, nel riattraversare il fiume, nei pressi di Cortellazzo (Jesolo) fu scoperto e ucciso. La tragica fine di Andrea Bafile suscitò grande emozione nell’opinione pubblica e segnò profondamente l’animo degli uomini al fronte: all’indomani della morte, il Capitano di Vascello Alfredo Dentice di Frasso avanzò la proposta di conferire una Medaglia d’oro alla memoria.
«Comandante di un battaglione di marinai (Andrea Bafile), mentre preparavasi una operazione sull’estrema bassura del Piave, volle personalmente osare un’arrischiata ricognizione tra i canneti e i pantani della sponda sinistra perché, dallo strappato segreto delle difese nemiche, traesse maggiore sicurezza la sua gente. Tutto vide e frugò, e sventato l’allarme, già trovava riparo, quando notò la mancanza di uno dei suoi arditi. Rifece allora da solo la via perigliosa per ricercarlo e, scoperto poi dal nemico mentre ripassava il fiume, e fatto segno a vivo fuoco, veniva mortalmente ferito. Guadagnata la sponda destra in gravissime condizioni, conscio della fine imminente, con mirabile forza d’animo e completa lucidità di mente, riferiva anzitutto quanto aveva osservato nella sua ricognizione, e dirigendo ai suoi infiammate parole, atteggiato il volto a lieve sorriso che gli era abituale, si diceva lieto che il suo sacrificio non sarebbe stato vano. E passò sereno qual visse, fulgido esempio delle più elette virtù militari, coronando con gloriosa morte una vita intessuta di luminoso coraggio, di fredda, consapevole e fruttuosa audacia, del più puro eroismo.» -Basso Piave, 12 marzo 1918-
Abbiamo ragione di credere che il Comandante Bafile, attraverso questa eroica missione, sia stato il precursore del Corpo dei Marines, in quanto, pur essendo un ufficiale di mare si distinte per un’operazione di terra.
Informazioni sull’accesso:
Cartografia: CAI 1:25.000 Gran Sasso d’Italia. Ente Parco 1:50.000 Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Località di partenza Rifugio ostello di Campo Imperatore. Quota di partenza 2130 metri . Dislivello 550 metri. Tempo di percorrenza 2 ore e 30 minuti.
Difficoltà F+ (Alpinistico facile sup.) difficoltà che richiedono l’uso di strumenti alpinistici come la corda, i ramponi, la piccozza. Passaggi un po’ impegnativi su roccia e ghiaccio, segnavia n 4.
Proprio mentre raccontiamo la storia del glorioso Bivacco, la primavera scorsa è stato vandalizzato, probabilmente da persone che non hanno nulla a che fare con la montagna; di conseguenza la Sezione Aquilana del Club Alpino Italiano lo ha dichiarato inagibile. Lo stesso Sodalizio provvederà allo smontaggio e alla bonifica della piazzola. Chissà se un giorno questo avamposto verrà ricostruito, oppure un altro pezzo di storia del Nostro Gran Sasso sarà cancellato.