IL “GIRO DEI GELATI”

“GIRO DEI GELATI”   CARTA CAI  L’AQUILA 1:25000 e IGM CASTELLI-RIGOPIANO FOGLIO 140         

Questo percorso fu individuato negli anni ’80 dal sottoscritto e dal Grande Fulvio Ciocca (Socio Emerito del CAI Sezione dell’Aquila) , buonanima,  dopo una ritirata dal Nevaio perenne del Gravone  per avverse condizioni meteo.       https://www.icorridoridelcielo.it/nevaio-perenne-del-gravone-2/

Si racconta che la traccia che va’ da Sella di Fonte Fredda  al bacino ablatore del Nevaio Gravone  fu realizzata  per il passaggio dei muli con i quali, alcuni avventori dell’epoca,  andavano a   prelevare la neve per confezionare dei “ gelati”; solo che questa leccornia era riservata a pochissimi “benestanti”.

“Un tempo  non c’erano i frigoriferi,  pertanto il ghiaccio bisognava  andarlo a prendere  in montagna, dove si formava in posti particolari, le cosiddette NEVIERE.  Quest’ ultime erano depressioni naturali o artificiali, dove la neve si conservava fino ai mesi estivi e anche oltre. La pressione degli strati superiori  su quelli inferiori provocava la formazione di cristalli di ghiaccio granulare durissimo.  Nei tempi antichi ogni centro abitato aveva la sua neviera:  in qualcuno di essi  la raccolta della neve metteva in moto una non disprezzabile attività economica, come ad esempio nel paese di  Secinaro, dove i “ nevaroli “ sin dal ‘500 erano soliti risalire il Sirente nel quale,  a forma di imbuto, costituiva un  frigorifero naturale, in cui si calavano con scala e con corde per tagliare con asce e coltelli la neve ghiacciata che riportavano in paese in gerle di vimini sul dorso di asini o muli.  Tutto il paese era impegnato nell’attività, anche le donne e i bambini, che costruivano  gerle e sacchi dove vi  sistemavano  la “cama” o “pula” e in assenza di queste  foglie secche  come isolante,  cosi la neve di Secinaro giungeva fino a Bari. ( L. Lopez, 1991).” 

Itinerario: Da Fonte Vetica (1600m) si sale fino alla sella di Fronte Fredda (1994m); a questo punto si devia a destra a mezza costa a seguire le tracce di sentiero che i “nevaroli”  usavano per prendere la neve da usare per sorbetti e gelati. La traccia percorre aeree cenge e sellette panoramiche fino alla Forchetta di Penne (2245m) da dove si riprende a salire verso la cresta del M. Camicia (2450m) e poi in Vetta  2564slm (facoltativo).

Percorso alpinistico:    dislivello: 850+ 850-  Tempo di percorrenza: 5/6 ore  Difficoltà: EA (casco obbligatorio)

Pinnacoli lungo l’itinerario

Il lago di Penne (riserva integrale) e il mare Adriatico
Il bacino ablatore del Gravone
Stelle alpine
Camosci lungo l’itinerario
Il Dente del Lupo
Il bacino ablatore e il Dente del Lupo
Il Dente del Lupo

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