IL “MISTERIOSO” CASTELLO DEL CHIARINO FINO AD ARRIVARE ALLA DISCRETA CAPPELLETTA DI SAN MARTINO

Dal libro “CHIARINO” di Alessandro Clementi e Bartolomeo Osella

“Il castello di Chiarino, noto dal Catalogus Boronum fin dalla metà del sec XII e come centro fortificato che contribuì alla fondazione dell’Aquila, era segnato sulla Pianta Topografica della tenuta di Chiarino di proprietà Cappelli, ancora agli inizi del sec. XX, con la dicitura “ruderi di Chiarino”. La localizzazione di essi sopra una propaggine cuneiforme del rilievo montuoso (1303slm) delimitata dal Fiume di Torraccio e dal Rio il Torraccio, ambedue affluenti di destra del Fiume di Chiarino. Tutta l’area, una volta precisato il sito grazie alle utili indicazioni forniteci dagli abitanti frequentatori del luogo, è apparsa disseminata di conci rettangolari, di medie e piccole dimensioni, di arenaria-macigno locale, sbozzati e squadrati con mazzetta e martellina e, negli esemplari di fattura più accurata perché destinati ai cantonali o ai diversi elementi architettonici, riquadrati e spianati con scalpello. L’area in cui appaiono questi segni inequivocabili della passata presenza di un insediamento, le cui strutture murarie, a causa della forte dispersione degli elementi litici costitutivi, risultano collassate da lungo tempo, è abbastanza ampia e occupa la base di un modesto rilievo troncopiramidale con andamento cuneiforme. Una stradicciola sterrata moderna, che in parte sembra seguire un precedente percorso ad acciottolato, taglia una sorta di istmo che separava il punto più alto del rilievo ora detto da una serie di ampi terrazzamenti naturali pianeggianti, a gradoni scarsamente rialzati e moderatamente inclinati.Nel punto più alto il ceppo di una pianta di faggio tagliata da tempo protegge l’indicazione di massima dell’angolo di una struttura quadrilatera di modesta estensione, riconducibile probabilmente a una torre del castello, forse il mastio a causa della posizione preminente. Il forte dilavamento del terreno, il lungo periodo di abbandono dei ruderi, la presenza invadente di un folto sottobosco non sono sufficienti, tuttavia, a impedire la lettura approssimativa del perimetro della struttura sottostante il tumulo appiattito formatosi con il tempo sopra le macerie. Da una prima misurazione sembra trattasi di un edificio ampio circa m 4,50 x 5,00, con uno spessore murario valutabile attorno a m 0,80. La conformazione del rilievo montuoso e la posizione topografica caratterizzata da una buona visibilità delle cime, delle vallate e dei percorsi del territorio, oltre al rinvenimento della struttura quadrilatera già detta, risultano sufficienti per la localizzazione del castello di Chiarino. La vicinanza di acqua corrente, la posizione strategica di controllo del territorio e la sufficiente presenza di collegamenti viari, anche di una certa importanza per le alternative di viabilità di valico principale, fanno di questo insediamento fortificato medievale un polo insediativo e di controllo territoriale di una certa rilevanza e di maggiore antichità rispetto alle prime attestazioni documentarie, anche in rapporto con presunti percorsi di età romana, oltre che antecedenti, che sembra abbiano interessato la valle del Chiarino”. “Un altro elemento di estrema importanza sono le pietre lavorate e incastonate nell’altare della discreta chiesa di San Martino al Mulino Cappelli, forse provenienti dal menzionato Castello. Infatti, come si può vedere nella foto dell’interno della cappella, le pietre sono di calcare e non di arenaria com’è tutta la zona. Da questo si evince che le parti “a vista” dell’insediamento fortificato venivano lavorate con materiale più pregiato”.


Il tracciato: Km 11,400, dislivello 360+ 360 -. Tempo di percorrenza h 3,00 (facile) 
La discreta cappelletta di San Martino al Chiarino.

L’interno della chiesa con le pietre di calcare incastonate nell’altare. In alto la rappresentazione della leggenda di San Martino.


Foto d’epoca dalla propaggine del Monte Torraccio 1303slm dove sarebbe stato costruito il Castello del Chiarino (la foto è capovolta)

Foto attuale dalla propaggine del Monte Toorraccio 1303slm.

Porzione di mura perimetrali del centro fortificato.

L’antica carta topografica.

L’antico basamento del Castello.

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