Il Mistero del Canalino Riebeling/Schmidt

Il camino fu scalato per la prima volta nell’agosto del 1910 dai tedeschi Hans Riebeling ed Hans Schmidt, durante la loro prima “Traversata delle Tre Vette” del Corno Grande da ovest ad est, traversata che comprese anche la salita al Torrione Cambi all’epoca chiamato primo Torrione.

A Jannetta e Marchetti  il merito di aver effettuato la prima ripetizione.

Abitualmente al giorno d’oggi questa classica traversata alpinistica del massiccio la si compie da est ad ovest (Vetta Orientale, Vetta centrale e Vetta Occidentale), contrariamente a quanto fecero gli apritori.

Questo chiarimento alpinistico della storia del Gran Sasso è merito dagli autori del libro: “”IL MISTERO DELLE TRE VETTE” (Ilona Mesits e Francesco Burattini/ Iter Edizioni/ febbraio 2012/ CAI L’Aquila)

Riporto dal libro a pagina 16 (relazione originale dei tedeschi con in maiuscolo e tra parentesi le mie note):

“… una stretta fessura … ci condusse comodamente alla selletta successiva, il punto più basso della cresta. (FORCHETTA DEL CALDERONE).  Da qui si raggiungeva facilmente il nevaio che si trovava sulla sinistra. (A QUEI TEMPI SULLA BALCONATA, OGGI CONOSCIUTA COME  LA “COPPITANA”,  ERA COPERTA DAL GHIACCIAIO DEL CALDERONEL , infatti i primi salitori “beneficiarono” del Ghiacciaio che, a quei tempi, arrivava fin sotto le vette e  non avevano gli strapiombi abissali che si sono formati oggi attraverso il forte ritiro della vedretta.)  Davanti a noi si alzava ripido e respingente il torrione.  Dopo che il tentativo di superare il suo spigolo fallì miseramente, ci voltammo a destra e scendemmo per alcuni metri un ripido canale pieno di neve.  (CANALE A SUD DELLA FORCHETTA DEL CALDERONE LADDOVE SI AFFACCIAVA IL NOTO  GHIACCIAIO),  (OGGI DENOMINATA “VIA ALPINISTICA  4”  CONTRASSEGNATA DA BOLLI BIANCO -ROSSO.   Poi Schmidt iniziò ad arrampicarsi su per un camino … il camino si trasformò in un canalino, la cui roccia friabile e poco affidabile ci era saltata all’occhio già da lontano per il suo colore rosso. Più in alto il canalino si trasformò nuovamente in camino che si restringeva sempre di più fino a formare una fessura molto stretta … Su facili roccette raggiungemmo la vetta del torrione…”


In una foto del 1910 l’apparato glaciale si “affacciava” perfino alla Forchetta del Calderone alla ragguardevole quota dei quasi 2800 slm, mentre oggi la depressione più profonda è posta a 2630.

Fino al 2008, data del reperimento da parte degli autori della relazione originale dei tedeschi venuta alla luce dopo meticolose ricerche d’archivio, si pensava che questi all’epoca avessero effettuato la loro traversata senza salire però sul Primo Torrione (Torrione Cambi). Ecco perché la salita di Jannetta e Marchetti fu considerata per molto tempo la prima assoluta e come tale riportata sulla guida alpinistica CAI-TCI, Gran Sasso di Grazzini-Abbate edita nel 1992, alla pagina 424.

Dove si è fatta la storia del Gran Sasso, di Francesco Laurenzi

“3 Agosto 2022, alpinismo nel cuore del Corno Grande.  Con Paolo e Giuseppe decidiamo di effettuare un bellissimo giro alpinistico sulle vette del Corno Grande, ci stuzzica molto scendere il canale Riebeling che nessuno di noi ha mai “assaggiato”… ma tutto si deciderà in loco. Partenza classica dalla Sella di Protoriscio, oggi conosciuta come Campo Imperatore,  per il sentiero estivo fino al Passo del Cannone/Calderone per poi salire sulla vetta Orientale.  Durante la salita sull’Orientale Giuseppe ci racconta la sua ultima salita invernale proprio su questa vetta ed il suo racconto trasuda di emozioni forti vissute insieme ad Angelo Matergia.  Arrivati sull’orientale indossiamo l’imbrago e via verso la forchetta Sivitilli, ogni passo deve essere ponderato,  bisogna restare uniti. Dalla Forchetta Sivitilli alla Vetta Centrale ci sono  tratti non facili che oltrepassiamo senza problemi arrivando a conquistare la vetta. La Vetta Centrale offre panorami straordinari che ti lasciano senza fiato. Qualche foto e via verso il camino che scenderemo prima di arrivare alla Forchetta Gualerzi. Qui Paolo ci regala una via di salita diversa dalle altre volte per il Torrione Cambi, ci indica una cengia che “guarda” il calderone terminando proprio sul Torrione.  Adesso si deve decidere il da farsi…..scendere di nuovo alla Gualerzi e poi la Coppitana,  oppure scendere il Riebeling…  Ovviamente abbiamo con noi tutta l’attrezzatura per ogni decisione che verrà presa. Paolo sussurra a Giuseppe: “Professo’ dai uno sguardo su quanti metri di corda servono per scendere in doppia tu che sei Architetto?”…ovviamente si stempera un pò la tensione.  La decisione è presa: si scende il Riebeling e poi verso la ferrata per il Bafile  tramite il sentiero  alpinistico denominato “4”,  oggi non ci va di andare sull’occidentale, laddove echeggiavano già delle grida, troppo tristemente affollata. La discesa del Riebeling verrà effettuata con due doppie con corde da 60m. Alla base del primo tiro c’è una  sosta  dove Paolo  la rinforza lasciando in posto un cordino  ed una maglia,  utili  per chi verrà dopo di noi…l’alpinismo è anche questo.  La discesa dal sentiero “ 4” prevede una doppia  ( altra sosta in loco) fino alla ferrata. Arriviamo al Sassone scendendo alla Sella di Pratoriscio con i nostri visi intrisi di gioia per la bellissima via effettuata. Ringrazio i miei compagni di cordata, senza di loro non potrei nemmeno pensare di vivere simili emozioni. Valutazione originaria AD.    Qui la traccia https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/corno-grande-vetta-orientale-centrale-cambi-e-canale-riebeling-109629682”


Passo del Cannone: Questa denominazione, di cui non si conosce la vera origine, sembra doversi riferire ad un piccolo foro rotondo che trovasi in una roccia sulla dorsale della Vetta Occidentale, pochi metri sopra al canale dove un tempo c’era un macchione di neve. Credo doveroso consigliare, specie in casi di nebbia o di notte, di essere cauti nell’attraversare questo passo, essendo facile divergere in basso anzitempo ed andare così a finire su uno dei tanti lastroni di roccia coperta da un tenue velo di detriti (sassi mobili sul fondo) e strapiombanti verso il canalone dei Ginepri. Si può ovviare a questo inconveniente iniziando, dopo la Conca degli Invalidi, la traversata piuttosto in alto e piegando in basso dopo aver raggiunto la seconda metà della dorsale della cresta. (Foto Francesco Laurenzi)

In sequenza da sx l’Orientale, la Centrale, il Torrione Cambi e la Madonnina (foto Francesco Laurenzi)
By Francesco Laurenzi
Morena frontale dell’apparato glaciale del Calderone: momento in cui ci si attrezza per affrontare la parte alpinistica.
Vetta Orientale 2903slm Giuseppe D’Annunzio

Uno sguardo sulla Vetta Occidentale e l’agonizzante Ghiacciaio del Calderone
Francesco Laurenzi sulla Vetta Centrale 2893slm e lo zaino delle Grandi Occasioni.

Per salire sul torrione Cambi, Paolo cerca una cengia insolita (By Francesco Laurenzi)
Torrione Cambi 2875slm
Forchetta Gualerzi con al centro il Rifugio Franchetti (by Francesco Laurenzi)
Le doppie sul Reibeling
Nota del Prof D’Annunzio: “Ci faceva piacere conoscere questo storico Canale che ha rivoluzionato il concatenamento delle tre vette tracciando una linea diretta molto elegante rispetto al giro del terrazzo della Coppitana e della Gualerzi.
Paolo Boccabella si è tolto anche lo sfizio di risalire il primo tiro di doppia. Me lo aspettavo più facile e anche meno lungo, sono almeno 100 m.” (By Francesco Laurenzi)

Il picchio muraiolo un uccello straordinario! E’ strettamente legato alle pareti rocciose, sulle quali nidifica e ricerca il nutrimento. Quando svolazza lungo le pareti rocciose ricorda l’aspetto di una grande farfalla, tanto da essere chiamato anche farfalla delle rocce. (By Francesco Laurenzi)


Iniziamo in discesa il sentiero alpinistico “4” fino alla ferrata del Bafile. (By Francesco Laurenzi)

“Per fortuna in questo punto si arriva slegati e si potrebbe tranquillamente proseguire slegati. È bene però ricordare che il prusik è meglio legarlo subito, con un moschettone, all’anello dell’imbrago.” (Photo by Francesco Laurenzi)
Il Prof inizia la discesa (Photo by Francesco Laurenzi)
La comba del Bivacco Bafile con ancora la neve sull’attacco del Centrale: quasi un miracolo!

Bivacco Andrea Bafile M.d’V.M. 2669slm Peccato per lo stato di abbandono in cui versa questo avamposto costruito con tanti sacrifici dai nostri Padri. Oggi la Sezione Aquilana del Club Alpino Italiano reputa questo avamposto una costruzione inutile. (Foto Francesco Laurenzi)

L’ultima ristrutturazione, avvenuta nel settembre 2013 per opera di alcuni Amici Montanari, lo vedeva così. Un Bivacco intitolato alla memoria di una M.d.V.M. attribuita ad un Valoroso Militare: Andrea Bafile che si distinse per un’operazione di terra, pur essendo un Marinaio, non merita questo abbondono. Con ogni probabilità stiamo parlando del precursore del Corpo dei Marines.

https://www.icorridoridelcielo.it/il-bivacco-a-bafile-e-tornato-a-nuova-vita/
Lo sperone roccioso dove sorge il Bivacco A.Bafile, mentre sullo sfondo il “Centenario”

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