Da una relazione del prof Giuseppe D’Annunzio
“Seguendo le raccomandazioni della stimata e cara collega Elisabetta Di Biagio, a soli due giorni, sono tornato sulla vetta Occidentale del Corno Grande per la deviazione del Passo del Cannone. Ma questa volta con un amico, vero maestro e grande conoscitore del Gran Sasso.
Il nome di questo cruciale Passo del Cannone deriva da una singolare formazione, un buco molto profondo nella roccia, perfettamente circolare, che dal sentiero appare come una feritoia di un castello rinascimentale della tipologia chiamata cannoniera. Ma avvicinandosi si capisce che è una struttura molto grande che praticamente consente di starci in piedi.
Continuando il percorso, quando si arriva sulla sommità, una vetta per adesso senza nome, ma che lo meriterebbe, e che potremmo chiamare l’anticima settentrionale del Corno Grande, la veduta sulle vette che coronano il ghiacciaio del Calderone sono incantevoli, toglie letteralmente il fiato!
Emozioni forti. Il Gran Sasso riesce sempre a stupire. Grazie Paolo, per aver capito il mio motivato desiderio e senza dirmi nulla mi ci hai accompagnato.
Un’unica raccomandazione: il sentiero non è segnato, quindi o siete degli esperti di roccia o ci andate con una guida”.
Dal piccolo libro scritto dal Dott Ernesto Sivitilli 1930 “Passo del Cannone” . “Questa denominazione, di cui non si conosce la vera origine, sembra doversi riferire ad un piccolo foro rotondo che trovasi in una roccia sulla dorsale della Vetta Occidentale, pochi metri sopra al canale dove esiste il macchione di neve. Credo doveroso consigliare, specie in casi di nebbia o di notte, di essere cauti nell’attraversare questo passo, essendo facile divergere in basso anzitempo ed andare così a finire su uno dei tanti lastroni di roccia coperta da un tenue velo di detriti (sassi mobili sul fondo) e strapiombanti verso il canalone dei Ginepri. Si può ovviare a questo inconveniente iniziando, dopo la Conca degli Invalidi, la traversata piuttosto in alto e piegando in basso dopo aver raggiunto la seconda metà della dorsale della cresta”.
Nel 1952-53, dopo la costruzione del “Buco” e del “Rifuggittu”, avvenuta nel 1949, su questo Passo furono costruite due scale per un passaggio più comodo, attraverso il quale, i “Negri del Gran Sasso” (https://www.icorridoridelcielo.it/i-valorosi-uomini-denominati-i-negri-del-gran-sasso-e-la-vera-storia-dellavamposto-ju-busciu/ ) trasportavano i materiali, occorrenti per la realizzazione delle vie ferrate (Danesi, Brizio ecc), caricati al lontano Piazzale di Campo Imperatore.
Oggi sulla piazzola del comodo “bivacco” (a terra c’è sabbia) due bimbi di Trento. Ovviamente sono arrivati dal sentiero estivo (impropriamente denominata “la Normale”). Il Padre ci informa che sono anni che viene sul Gran Sasso per passare le vacanze per almeno due settimane.