L’imponente massiccio del Corvo appare distaccato dal resto della catena del Gran Sasso, infatti la sua parte terminale verso nord è protesa verso la Valle del Vomano. Lo delimitano la Valle del Venacquaro ad est e la straordinaria Valle del Chiarino a sud con i suoi boschi di faggi secolari e il suo torrente che sfocia alla diga di Provvidenza. Il Corvo consta di due vette, quella meridionale 2623m, la più alta e quella occidentale 2533m, denominata anticamente Arco Cigliano. Verso nord il Corvo rivolge tre ripidi speroni che fanno da cornice a due valli di origine glaciale: il Vallone del Crivellaro sotto la vetta occidentale e il Vallone Fosso del Monte, con alla parte terminale l’omonimo Rifugio, sovrastato dalla vetta orientale. Mentre ad est la Conca di Capovelle, dove un tempo rimaneva un piccolo nevaio, sfocia sulla Valle del Venacquaro, anch’essa di origine glaciale. Gli ambienti di questo sottogruppo sono selvaggi e poco frequentati, caratterizzati da un lungo avvicinamento e ritorno ma appaganti sotto il profilo storico pastorale. Partendo dalla Sella del Venacquaro fino alla diga di Provvidenza vi sono testimonianze antiche di manufatti, ricoveri, mulini e castelli che hanno dato vita in passato ad un notevole sviluppo agro-pastorale. Di tutto questo ce ne siamo occupati già in passato. Oggi la croce di vetta è tornata!
“Alzo gli occhi verso i monti da dove mi verrà l’aiuto il mio aiuto viene dal Signore che ha fatto cielo e terra” La Comunità di Fano Adriano Vincenzo Perletta fecit 6 settembre 1993
Questo il ringraziamento della Comunita di Fano Adriano. 06.09.93. Dopo una ascesa faticosa a Monte Corvo, un manipolo di persone, tutte ordinate in una silenziosa processione, posero una croce maestosa sulla vetta. Quella croce posta a benedire le terre che dominava (e continua a dominare) fu realizzata dalle mani sapienti di Vincenzo Perletta. La messa in quota fu celebrata, in un freddo atipico e solenne, dal parroco del tempo Don Vincenzo Di Egidio. Negli ultimi anni quella croce, scossa dai venti e dalla neve, aveva ceduto fino a piegarsi al peso degli anni. In questa settimana quattro uomini delle terre alte, Paolo Boccabella, Francesco Massimi, Amedeo Ciuffetelli e il fabbro Vincenzo Pupi, hanno restituito alla croce la giusta posizione ergendola di nuovo verso il cielo. Nei piccoli gesti i grandi uomini. Gli uomini dei monti. A questi silenziosi amici, il ringraziamento più profondo di tutta la comunità di Fano Adriano