La prevenzione: quella sconosciuta

Si celebra il 1° settembre di ogni anno, nella Chiesa Italiana, la giornata per la Salvaguardia e la Difesa del Creato. La decisione fu presa nel 2006 e nasceva dall’urgenza di promuovere, all’interno del mondo, una rinnovata attenzione a tutto ciò che ci circonda cioè all’ambiente, che veniva e viene deturpato così violentemente da mettere in pericolo la stessa sopravvivenza umana. A distanza di qualche giorno dall’ennesimo incendio che ci ha colpito nelle zone Arischia – Cansatessa – San Giuliano, dovremmo cominciare a riflettere sulle nostre capacità di gestire i boschi e i fiumi di fronte al cambiamento climatico che, data la rapidità con la quale si sta verificando e la severità dei suoi effetti, ci sta insegnando che non si può più aspettare. Parliamo del fiume Aterno, oggi ridotto a poco più di un ruscello, dove sull’alveo e sugli argini sono cresciuti arbusti e piante che, nel caso di copiose piogge, come ci auguriamo, potrebbero causare un ostacolo con conseguenti alluvioni nelle zone più sensibili, come è successo negli anni 1999-2008-2010-2012 ecc. Tutto questo ci dovrebbe indurre ad alzare il livello di attenzione e consapevolezza per attuare una mirata, oculata ed efficace prevenzione nei giusti periodi dell’anno, come ad esempio, in questa torrida estate. Mentre auspichiamo che cresca la responsabilità della politica, è però altrettanto urgente che ciascuno di noi senta la responsabilità di custodire la “casa comune” che la natura ha affidato alla cura delle nostre mani. E’ la sola cosa che abbiamo. E non e solo per noi. Dobbiamo consegnarla alle generazioni che verranno . Ci auguriamo che la Giornata per la Salvaguardia del Creato possa far crescere la responsabilità dei terrestri il rispetto della natura che ci circonda ma soprattutto custodirla in quanto è la casa per tutti.

Il fiume Aterno nei periodi estivi
Il fiume Aterno in piena

Il fiume Aterno nei pressi di Campana (Ponte Romano)
Straripamento dell’Aterno
L’apertura sulla Provinciale nei pressi di Fossa per far defluire le acque dopo la tracimazione dell’Aterno

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