Forse è la prima volta che viene percorso integralmente, in ambiente invernale, il torrente del Chiarino. La neve caduta copiosa, sin dalla partenza, ci obbliga ad un grande sforzo e di volontà. Attraversiamo il famoso “selciato” del Chiarino e l’antico Villaggio degli Arcari, malediamo dal profondo del cuore il velo ghiacciato che si nasconde sotto le pietre innevate, ma lo spettacolo ci appaga dagli sforzi profusi. Il torrente fumante di vapori, è dominato dagli strapiombi di arenaria, che si rivelano ricchi di possibilità crodaiole: quando saranno asciutti. Ad un certo punto appare il sole che solleva di colpo gli animi. Risaliamo una straordinaria faggeta e lo sguardo viene rapito dall’antico mulino Cappelli, termine dell’escursione. Peccato che solo poche anime conoscono questi luoghi di facile interpretazione, a parte un po’ di “pediluvio”, piuttosto freddo. La compagnia di oggi è stata all’altezza della situazione con la “benedizione” finale alla Cappelletta di San Martino impartita da Monsignor Pesciò. I fotogrammi che seguono sono una testimonianza della bellezza di questo fantastico posto che non ha nulla da invidiare ai corsi d’acqua presenti sulle Dolomiti.