L’imperiosa cresta ovest del Corvo ha sempre rappresentato una grande e aerea salita dove l’occhio umano può ammirare gli straordinari panorami della catena del Gran Sasso, spaziando dalla vetta del Terminillo al lago artificiale di Campotosto financo al sentiero estivo del Corno Monte. Poi ci sono le vie e le ascensioni: questa è un’ascensione.
L’imponente massiccio del Monte Corvo appare distaccato dal resto della catena e si protende verso la Valle del Vomano. Lo delimitano la Valle del Venacquaro ad Est e quella del Chiarino a Sud, mentre la Sella del Venacquaro lo divide dalla catena meridionale. È formato da due vette, quella orientale 2623 m, la più alta e quella occidentale 2533 m, detta anticamente Arco Cigliano. A Nord il Monte Corvo rivolge tre ripidi speroni che, a loro volta, incorniciano tre valli secondarie di origine glaciale: il Vallone del Crivellaro, sovrastato dalla vetta occidentale, il Vallone Fosso del Monte, dove sorge l’omonimo rifugio, sotto la vetta orientale e infine a Est, l’ampia Conca di Capovelle che sbocca nella Valle del Venacquaro. Sono ambienti selvaggi e poco frequentati, soprattutto per il lungo avvicinamento e ritorno, valli e resti morenici, testimonianze di antiche glaciazioni. L’interesse per questo sottogruppo è prevalentemente escursionistico, salvo d’inverno quando alcune salite rappresentano delle vere e proprie alpinistiche da non sottovalutare in virtù delle tempeste di neve e di vento che si abbattono sulle creste rendendo il terreno infido e insidioso.