Il sistema idroelettrico di Campotosto-Vomano è costituito da tre serbatoi e da tre impianti principali in cascata: Provvidenza, San Giacomo e Montorio. E’ altresì presente un quarto impianto, Piaganini, con lo scopo di garantire una portata minima sul fiume Vomano. Il sistema è regolato in testa dal serbatoio di Campotosto, dalla capacità utile di 216 milioni di mc d’acqua e in successione dai bacini di Provvidenza e Piaganini. Il bacino imbrifero sotteso dai laghi viene esteso mediante canali collettori che convogliano l’acqua proveniente dai Monti della Laga e dal Gran Sasso.
In questo capitolo parliamo della diga di Provvidenza costruita ad arco a semplice curvatura. “La struttura muraria è suddivisa in conci, con interasse medio di m 12,50, mediante lunghi giunti radiali di sezione variabile, riempiti con calcestruzzo e iniettati a fine lavori. I conci si immorsano direttamente nella roccia del fondo e delle sponde, costituita da alternanze di banchi di arenaria e marna, sino a quota 1040 circa, superiormente su due robuste spalle in calcestruzzo a gravità massiccia. La diga si trova a valle della confluenza del torrente del Chiarino con il fiume Vomano a q 1017 m. slm; il bacino è alimentato dalle acque provenienti dal canale di scarico di Provvidenza e dalle sorgenti del Chiarino e del Vomano. DATI PRINCIPALI DEL BACINO Volume di invaso alla massima regolazione: 2.400.000 mc . Superficie del bacino imbrifero direttamente sotteso 54 kmq. Anno di costruzione a partire dal 1947. Altezza della diga m 52,20 . Quota coronamento 1063,20m slm.”
In realtà queste opere furono iniziate negli anni ’30, del secolo scorso, con la captazione delle acque a quote 1200-1300 lungo tutta la dorsale nord della Catena del Gran Sasso tra Casale San Nicola e l’abitato di Castelli. L’acqua convogliata in un canale sotterraneo, con pendenza costante, attraversava tutto il crinale della montagna per poi confluire nelle, allora solo ipotetiche, condotte forzate di Provvidenza e del Vallone di San Giacomo. Per l’epoca era un’opera di alta ingegneria idraulica, infatti nacque quello che potremmo definire un nazionalismo scientifico-tecnico, una concezione della scienza che privilegiava le ricerche rivolte allo sfruttamento più ampio possibile delle risorse nazionali. Addirittura quest’opera ambiziosa prevedeva , sempre attraverso gallerie, il trasporto dell’acqua fino alle acciaierie di Terni, ma la scellerata e drammatica guerra ne arrestò il progetto.