“Prima immaginavo che gli studi e le opere della mente bastassero a riempire la vita di un uomo. Un giorno mi resi conto che tutto ciò era quasi inutile e che nulla valeva quanto una gita in montagna” (Tratto da “Ski de Printemps” di Jacques Dieterlen).
Salendo sulle montagne con sguardo curioso, oltre ad ammirare la vastità dei paesaggi, si percepisce anche quella cultura che ci circonda. Quante nozioni scientifiche si celano in un ghiacciaio che si fonde, oggi a vista d’occhio, nei detriti morenici, soprattutto, per quel che ci riguarda da vicino, il nostro agonizzante apparato glaciale del Calderone. Quante nozioni storiche e racconti aleggiano sui nostri antichi insediamenti pastorali d’alta quota, custodi di vita vissuta e fatta di tanta fatica e di poco o nient’altro. Così i rifugi, i sentieri e le pareti.
Anche bonificare e ripristinare una vecchia traccia pastorale e intitolarla al compianto Emilio, Cinofilo del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, è cultura e nello stesso tempo storia. Oggi, questo tracciato ci consente di collegare il settore settentrionale della Catena del Gran Sasso al rifugio Del Monte, situato nella provincia di Teramo, partendo direttamente dal comune dell’Aquila, attraversando la splendida Valle del Chiarino, senza dover andare necessariamente con l’auto a Prato Selva. Inizialmente questo sentiero era stato realizzato conquistando semplicemente il Colle delle Monache, posto a q 1942slm, in modo da accedere al Vallone del Crivellaro, teatro prediletto per gli amanti dello scialpinismo e di un paesaggio da fine del mondo. Oggi, con il sostegno operativo degli Uomini del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, Paolo Passalacqua, Francesco Mastropietro, Armando Coccia e Leotizio De Paolis, l’itinerario assume tutta un’altra valenza, ma soprattutto consegna questa piccola opera alpestre alla storia della montagna, nel ricordo di un Nostro Amico: Emilio Ciammetti. Grazie a Tutti.